La formazione di Rosa Bonheur
Rosa Bonheur nacque a Bordeaux nel 1822. Trascorse la prima parte della sua vita in campagna, a Château de Grimont. È da questa primissima esperienza che prenderà ispirazione per le tematiche che rappresenterà nei suoi dipinti.
Presto i Bonheur lasciano la vita rurale e si trasferiscono a Parigi, dove la ragazza troverà lavoro come sarta. All’età di tredici anni, però, abbandonerà la sua occupazione. Entrerà, come apprendista nella bottega del padre, il pittore Raymond Bonheur, dove ha inizio la sua formazione.
Il Realismo
Nella seconda metà dell’Ottocento, alcuni artisti iniziano a discostarsi dalla tradizione accademica, per esprimere la propria individualità.
Una delle correnti in voga è il Realismo, che mira alla rappresentazione fedele della realtà e del presente, senza contaminazioni con la storia del passato del Neoclassicismo e i sentimentalismi del Romanticismo. Questo movimento prende spunto dal pensiero filosofico positivista, che considera la realtà in modo oggettivo e valuta i dati di fatto in modo scientifico.
Il Realismo guarda con occhio nuovo la natura: racconta la vita e il lavoro delle persone semplici e denuncia le ingiustizie della società.
I dipinti di Rosa Bonheur
Il lavoro di Rosa Bonheur, che appena diciannovenne inizia ad esporre in maniera continuativa ai Salon, si focalizza su tematiche legate al mondo contadino e alla vita degli animali
Nel 1848, grazie al dipinto Buoi e Tori, ricevette una medaglia d’oro che le consentì di aggiudicarsi alcune importanti commissioni. Realizzò per lo Stato Francese Aratura a Nivernais, un’opera di notevoli dimensioni, che presentò anche all’Esposizione Universale di Parigi del 1889. Ora il dipinto si trova al Museo d’Orsay.
I dipinti Il mercato dei cavalli, del 1853, Un segugio di briquet limitato, del 1856, Lo svezzamento dei vitelli, del 1879, invece, sono esposti al Metropolitan Museum of Art di New York.
La pittrice con i pantaloni
Rosa Bonheur, appena quattordicenne, conobbe Nathalie Micas, arrivata nello studio del padre per un ritratto. Tra le due nacque un amore che durerà più di cinquant’anni.
Omosessuale dichiarata, la Bonheur parlava di sé al maschile, portava i capelli corti e fumava sigari Avana. Frequentava con assiduità le fiere di bestiame e i macelli, dove traeva ispirazione per i suoi dipinti.
Nel 1852, ottenne dalla Prefettura di Parigi un’autorizzazione rinnovabile ogni sei mesi, che le consentì di portare i pantaloni. Nel 1800, infatti, in Francia esisteva una legge che vietava alle donne di indossare abbigliamento maschile. Soltanto qualche anno più tardi una deroga permise alle donne poterono mettere i pantaloni, ma solo per montare a cavallo.
I riconoscimenti
Rosa Bonheur fu la prima donna ad essere nominata dall’imperatrice Eugenia de Montijo Ufficiale della Legione d’Onore, scatenando le ire di alcuni suoi contemporanei che la definirono un’usurpatrice. Durante la sua vita, incontrò alcune delle grandi personalità dell’epoca, tra cui la regina Vittoria e Buffalo Bill, che ritrarrà in uno dei suoi dipinti.
La vecchiaia e la morte
Ben presto Rosa Bonheur diventò una pittrice popolare, anche in Inghilterra e negli Stati Uniti. Insieme a Nathalie Micas, si trasferì al castello di By, ai margini della foresta di Fontainebleau, dove allestì il suo atelier e si circondò di animali. Qui allevò cani, pecore, cavalli e buoi, ma anche mufloni, cervi, cinghiali e persino una coppia di leoni.
Dopo la morte della sua compagna di una vita, nel 1889, Rosa Bonehaur, incontrò la giovane interprete e pittrice statunitense Anna Klumpe, che le rimarrà accanto fino alla sua morte, nel 1899, diventando la sua erede universale.
Rosa Bonheur è sepolta a Parigi nel cimitero di Père-Lachaise. Il suo castello ospita ora il Musée de l’atelier Rosa Bonheur.
Il Museo d’Orsay, il Museo dell’Orangerie di Parigi e il Museo delle Belle Arti di Bordeaux, in collaborazione con il Château-Musée Rosa Bonheur, hanno programmato una retrospettiva dedicata all’artista per il bicentenario della sua nascita che si terrà dal 18 ottobre 2022 fino al 15 gennaio 2023.
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Clara Zennaro