Romaine Brooks: la grigia pittrice dell’introspezione

Romaine Brooks Clara Zennaro

Gli anni di formazione di Romaine Brooks

Beatrice Romaine Goddard nasce a Roma nel 1874 da una ricca famiglia di origine statunitense. Quando i genitori si separano, si trasferisce insieme alla madre e ai fratelli a New York.
Dopo un’infanzia difficile, all’età di diciannove anni, si allontana dalla famiglia e raggiunge Parigi, dove, in grandi ristrettezze economiche, vive per un periodo immergendosi nella vivace scena artistica della città.
Frequenta l’Accademia d’arte di Roma e il Circolo artistico della capitale, per poi trasferirsi a Capri, dove affitta uno studio nella parte più povera dell’isola.

Brooks Clara Zennaro
Alla spiaggia – 1914

A 28 anni, dopo la morte della madre e del nonno, l’artista eredita gran parte del patrimonio di famiglia e, un anno più tardi, sposa il pianista John Ellington Brooks, acquisendo il cognome che conserverà per tutta la vita.
Il matrimonio non dura che un anno. Lui è dichiaratamente omosessuale, lei invece scopre la sua bisessualità.
Presto Romaine Brooks si trasferisce a St. Ives, dove la sua tavolozza acquisisce i toni del grigio che caratterizzeranno la sua opera per tutta la sua carriera.



Una ricca ereditiera a Parigi

Il richiamo della capitale dell’arte è troppo forte per Romaine Brooks, che presto lascia la Cornovaglia per trasferissi in un appartamento nell’elegante 16° arrondissement.
Introdotta nell’alta società francese, ritrae le donne più facoltose della città e diventa l’amante della principessa de Polignac.
Nel 1910, Brooks tiene la sua prima mostra personale presso la prestigiosa Galleria Durand-Ruel esponendo ritratti femminili, che si distinguono per la cura dei dettagli dell’abbigliamento in perfetto stile Belle Époque, e alcuni studi di nudo.

Romaine Brooks Clara Zennaro
Il poeta in esilio (Ritratto di Gabriele D’Annunzio) – 1912

L’introspezione psicologica delle opere di Romaine Brooks

La pittura di Romaine Brooks è contraddistinta da una tavolozza inconfondibile. La declinazione in un’infinita gamma di sfumature della tonalità del grigio, conferisce alle sue opere un’atmosfera unica e suggestiva, enfatizzando l’elemento psicologico delle sue composizioni.
Gabriele D’Annunzio, con il quale l’artista intratterrà un lungo rapporto di amore ed amicizia, le attribuisce il soprannome di “Cinerina”.

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La Marchesa Casati – 1920

Attiva durante i ruggenti Anni Venti, periodo in cui il mondo femminile avanza con un’inedita intraprendenza nel cammino verso l’emancipazione, Romaine Brooks utilizza la pittura – e lo sviluppo di tematiche come il ritratto e l’autoritratto – per esprimere la propria indipendenza e il proprio rifiuto a conformarsi alle aspettative sociali.
Ispirate dal pittore James Abbott McNeill Whistler, le sue opere sono pervase da un senso di mistero e malinconia e riflettono le emozioni dei suoi soggetti.

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Ida Rubinstein – 1917

La vita sentimentale tumultuosa di Romaine Brooks si intreccia con la sua intensa produzione artistica.
Dichiaratamente bisessuale, Brooks di frequente ritrae i propri partner, come l’artista Gluck e la marchesa Luisa Casati e ancora: Ida Rubinstein, stella dei balletti russi di Serge Diaghilev, e Gabriele D’Annunzio, protagonisti, insieme alla pittrice, di una complicato triangolo amoroso.

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Una, Lady Troubridge – 1924

Le intese opere di Romaine Brooks

Durante la Prima Guerra Mondiale, Romaine Brooks dipinge La Croce di Francia, dove una donna in primo piano – probabilmente la Rubinstein – posa con dignità e risolutezza mentre la città alle sue spalle viene data alle fiamme.
La pittrice si adopera in modo attivo nella raccolta fondi e per questo viene fregiata della croce della Legion d’Onore.

La Croce di Francia – 1914

Con l’affermazione artistica, per Romaine Brooks incomincia anche la rivelazione della sua personalità unica.
L’aspetto androgino e Il raffinato abbigliamento maschile rendono ormai inequivocabile la sua sessualità.
Il suo mode de vie si discosta da ogni genere standard e dai comportamenti considerati accettabili dalla classe sociale a cui appartiene.

Romaine Brooks
Autoritratto – 1923

Nel famoso Autoritratto del 1923, Brooks indossa un cappotto scuro, guanti e cappello di taglio maschile.
I toni del paesaggio marino che si staglia alle sue spalle, della pelle e degli abiti sono declinati in infinite sfumature di grigio. Soltanto il bianco abbacinante della camicia, le labbra scarlatte, il rossore delle gote e una minuscola spilla appuntata sulla giacca spezzano la monocromia della scena, riuscendo a conferire una grande vividezza al dipinto.
Autoritratto è un manifesto, capace di trasmettere il forte senso di identità e di indipendenza della pittrice.

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Peter (Una giovane ragazza inglese) – Ritratto di Gluk – 1923/1924

In Peter, una giovane ragazza inglese, anche il titolo sottolinea l’ambiguità della tematica affrontata da Romaine Brooks.
Protagonista dell’opera è Hannah Gluckstein, artista che rifiuta di identificarsi in un genere e che decide di farsi chiamare semplicemente Gluck.
I severi toni dei grigi, che contraddistinguono il rigoroso abbigliamento maschile, e la risolutezza nello sguardo di Gluck, conferiscono al soggetto importanza e autorevolezza.

Romaine Brooks
La signorina Natalie Barney, “L’Amazzone” – 1920

Il rapporto più significativo di Romaine Brooks è quello che l’artista intrattiene per oltre cinquant’anni con la scrittrice americana Natalie Clifford Barney, figlia della pittrice Alice Pike Barney, che, durante la Belle Époque e fino alla Seconda Guerra Mondiale, anima il salotto letterario più famoso della Rive Gauche.

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La Baronne Emile D’Erlanger – 1924

Durante gli anni Trenta la pittrice lavora a una serie di rappresentazioni in cui la forma viene rappresentata nella sua essenza più pura.
Si tratta di disegni formati da linee curve e continue, che rappresentano angeli, demoni, mostri e esseri umani.

Romaine Brooks Clara Zennaro
Lethe – 1930

A partire da quel periodo, per l’opinione pubblica Romaine Brooks ha smesso di dipingere ma l’artista stessa dichiarerà più volte di aver continuato la sua attività anche durante il suo soggiorno a Villa Sant’Agnese, in provincia di Firenze, dove si stabilisce durante la seconda Guerra Mondiale insieme a Barney e, successivamente, a Nizza, dove muore nel 1970, all’età di novantasei anni.
La arte di Romaine Brooks viene rivalutata durante il decennio successivo alla sua scomparsa, epoca di esplorazione, anche attraverso l’arte, di tematiche legate alla sessualità e all’identità di genere.

Romaine Brooks Clara Zennaro
Le Duc Uberto Strozzi -1961

4 risposte a “Romaine Brooks: la grigia pittrice dell’introspezione”

  1. Buongiorno, non conoscevo questa pittrice!

    1. Sono felice che tu l’abbia conosciuta qui!

  2. CLAUDIA NODARI dice: Rispondi

    CIAO CLARA ,NON CONOSCEVO QUESTA FANTASTICA ARTISTA E TI RINGRAZIO .ADORO LA SUA PENNELLATA E QUEI GRIGI PATINATI INTRISI DA QUEL SEGNO FLUTTUOSO DI CONTRASTI INDEFINITI

    1. Mi fa piacere di averti fatto scoprire Romaine Brooks. Ti confesso che ne sono rimasta affascinata fin dal primo sguardo!

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