L’educazione artistica di Eva Gonzalès
Eva Gonzalès nacque nel 1849 a Parigi da una famiglia benestante di origini spagnole. Il padre era il presidente della Societé des gens de lettres e la sua casa un ritrovo per artisti e intellettuali.
Nel 1866, con il benestare dei genitori, iniziò il suo apprendistato presso l’atelier del pittore Charles Chaplin, che si occupava della formazione artistica delle ragazze di buona famiglia. I dipinti di questo periodo si attengono alla tradizione accademica.
Ben presto, però, Eva Gonzalès iniziò ad avvicinarsi al pittore impressionista Édouard Manet, diventando, oltre che una sua allieva, anche una delle sue modelle predilette. Ciò scaturì, per un periodo, l’invidia di Berthe Morisot.
Nel 1870, Eva Gonzalès espose per la prima volta al Salon de la Société des Artistes Français, attirando l’attenzione di Émile Zola. Nello stesso anno, Manet la ritrasse in due dipinti.
Nove anni più tardi, sposò l’incisore Henri Guérard, che faceva parte della cosiddetta “la bande á Manet”.
Eva Gonzalès iniziò a sviluppare uno stile pittorico personale, prendendo le distanze dal gruppo impressionista e raccogliendo sempre maggiori consensi.
Morì a soli trentaquattro anni, a causa di complicazioni insorte durante il parto, pochi giorni dopo la morte di Manet.
Presto si diffuse la notizia che la pittrice fosse spirata mentre stava confezionando una ghirlanda di fiori per omaggiare il suo maestro.
L’opera di Eva Gonzalès
Nei suoi dipinti, Eva Gonzalès rappresentò la bellezza dei gesti quotidiani, catturando con riserbo e discrezione i momenti fuggevoli della vita delle donne della sua epoca.
Trattò sempre con grande dignità i suoi soggetti, sia che si trattasse di sofisticate nobildonne che di semplici bambinaie.
Grazie all’uso sapiente del colore, che usava stendere con pennellate rapide e leggere, conferì alle sue opere un carattere vibrante e una resa fragrante.
Le sue composizioni sobrie ed eleganti, dalle atmosfere morbide e delicate, sono intrise di una grande riservatezza.
Nel Risveglio Mattutino la pittrice rappresenta l’attimo in cui una donna, rischiarata dalla luce calda del mattino, si desta dal suo sonno. Il dipinto è un’attenta descrizione di un gesto privato, che viene rappresentato utilizzando tonalità neutre e luminose. La sola nota di colore intenso è data dai toni del viola del vaso di fiori sul comodino.
Ne La ragazza con ciliegie Eva Gonzalès dipinse il mezzo busto di una modella appoggiata ad un tavolo stagliato su uno sfondo scuro.
Il vestito a righe bianche e nere, dalle maniche a sbuffo trasparenti, è realizzato con una cura particolare. La figura si staglia sullo sfondo scuro.
Anche in quest’opera, piccoli dettagli, come le gote della donna e le ciliegie a cui è ispirato il titolo, con un tocco di colore acceso, ravvivano una composizione quasi monocroma.
Il Palco a teatro degli italiani è una grande tela del 1874, che riprende un tema più volte affrontato dai pittori del tempo.
Le pallide figure sullo sfondo scuro ricordano gli schemi compositivi di Manet e anche il mazzolino di fiori in primo piano cita quello della celebre Olympia del grande maestro impressionista.
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Clara Zennaro